Esiste la possibilità reale che un asteroide colpisca la terra? (Ennio Lucchetti)

Nel film Armageddon un asteroide sta per colpire la Terra. Si tratta di fantascienza naturalmente, ma, si sa , la fantascienza molte volte ha anticipato le grandi conquiste della scienza e della tecnologia. La fantasia e l’intuito sono diventati in questi casi più potenti della ragione e del calcolo. Esempi del genere sono tanti: da Ventimila leghe sotto i mari allo sbarco dell’uomo sulla Luna.

Per dare una risposta al nostro gentile lettore, restando nel reale, occorre partire dalla considerazione che ne Sistema Solare e nell’Universo in generale, è presente una gran quantità di materia diffusa sotto forma di piccoli corpi celesti vaganti, di varia origine e dimensione: da quella microscopica della polvere cosmica ai meteoriti. Questi corpi celesti, nell’incontrare il globo terrestre, attraversando l’atmosfera, si incendiano dando luogo al ben noto fenomeno della stelle cadenti e dei bolidi. La differenza tra stelle cadenti e bolidi consiste solamente nella diversità delle masse. Le prime non raggiungono il grammo e si consumano interamente bruciando, i secondi sono più grandi, producono una scia luminosa più consistente e duratura e a volte lasciano residui che arrivano a terra. Questi residui sono individuati con il nome di meteoriti. I fenomeni luminosi prendono il nome di meteore, mentre il termine “meteorite” viene usato per indicare, oltre ai materiali solidi che arrivano sulla superficie terrestre, anche quelli che si trovano nello spazio e che attratti dalla Terra danno luogo alle meteore. Queste, anche se non lasciano arrivare fino a terra residui solidi, producono una notevole quantità di “polvere meteoritica” che mescolandosi alle “polveri cosmiche”, raggiungono la superficie terrestre e quella degli oceani. Si calcola che la quantità di polvere che raggiunge la superficie delle terre emerse sia di 5 milioni di tonnellate annue. Queste particelle, chiamate anche “micrometeoriti”, sono oggetto di attento studio, sia per quanto riguarda le conseguenze metereologiche e climatiche della Terra, sia per ciò che riguarda le variazioni del periodo di rotazione e la durata del giorno, sia infine per ciò che riguarda l’impatto con satelliti artificiali, sonde spaziali e astronavi. Altra cosa sono invece i corpi celesti conosciuti come piccoli pianeti o pianetini, o anche con il termine di “asteroidi”. Essi si muovono attorna al Sole come i pianeti e sono concentrati in massima parte tra Marte e Giove ad una distanza tra 2,7 e 2,9 U.A. proprio nella posizione ove la relazione empirica di Titus-Bode prevede la presenza di un pianeta (lo stesso Keplero ne prevedeva l’esistenza). Si tratta di un vero e proprio esercito di piccoli corpi celesti, il primo dei quali (Cerere), venne scoperto dall’italiano Padre Giuseppe Piazzi il 1° gennaio 1801 a Palermo.

Diverse sono le ipotesi sulle origini degli asteroidi, ma due sono le più accreditate: la prima ipotizza la frantumazione di un pianeta primitivo, la seconda la presenza di materia cosmica residua che non si è potuta organizzare, all’atto della formazione del Sistema solare, in un unico corpo. IL numero di asteroidi, escludendo quelli maggiori, cioè quelli con diametro maggiore di 100 Km che sono circa 300, è veramente enorme e si può calcolare solo per via statistica. Secondo una formuletta proposta dallo studioso T. Kiang nel 1961, basata sulla magnitudine fotografica, gli asteroidi di 19a e 20a magnitudine dovrebbero essere rispettivamente in numero di 30000 e 75000. Dato l’elevato numero di asteroidi, la cui massa totale resta però piccola cosa non superando 1/1000 della massa terrestre, esistono difficoltà nella identificazione, calcolo delle orbite e catalogazione. Per questo è stato costituito un Centro presso l’osservatorio di Cincinnati, espressamente organizzato per raccogliere le osservazioni, calcolare le orbite e le effemeridi e catalogare questo enorme numero di piccoli corpi celesti.

Al fine del discorso che stiamo facendo non possiamo trascurare di accennare ad altri corpi celesti come le comete soggette anche esse a lasciare parte della loro massa lungo l’orbita percorsa ed in certi casi a frantumarsi dando luogo a residui che possono entrare nella sfera di attrazione della Terra e trasformarsi in meteore. In definitiva possiamo rispondere al nostro gentile lettore che le possibilità di impatto con la Terra di piccoli frammenti vaganti come le micrometeoriti e le meteoriti, sono reali e ne abbiamo numerose testimonianze. Le possibilità di impatto con asteroidi non sono da escludere, ma sono difficili e rare. Possono essersi verificate in passato e si possono ancora verificare.

Questo articolo è stato pubblicato sul giornalino Pulsar (numero 5, anno 2002)